Alice Zeniter
Vogliono una vita completa, non una sopravvivenza. E soprattutto non vogliono più dover dire grazie per le briciole che gli vengono date
Alice Zeniter è una scrittrice e drammaturga che racconta storie complesse e intime che affrontano le sfide e le ricchezze di identità e multiculturalità.
È nata il 7 settembre 1986 a Clamart, in Francia, da padre di origini algerine e madre francese.
Talento precoce, il suo primo romanzo, Deux moins un égal zéro, scritto a soli 16 anni, ha vinto il Prix littéraire de la ville de Caen.
Dopo la laurea in lettere moderne si è trasferita in Ungheria dove ha insegnato Lingua Francese e Storia del Teatro all’Università di Budapest, collaborando in diverse produzioni teatrali come Kreatakor e Kobal’t.
Tornata in Francia nel 2013, ha iniziato a insegnare alla Sorbonne e creato la sua compagnia, L’Entente Cordiale.
Ha collaborato alla scrittura del lungometraggio Fever, adattamento dell’omonimo romanzo di Leslie Kaplan, diretto da Raphaël Neal e uscito nel 2015.
Il successo letterario è arrivato con il suo quarto libro, L’Art de Perdre del 2017, tradotto in diverse lingue, che ha ricevuto numerosi premi letterari, tra cui il prestigioso Prix Goncourt des lycéens e il Dublin Literary Award.
Il romanzo è la storia di tre generazioni di una famiglia durante e dopo la Guerra d’Algeria che affronta questioni complesse legate a identità, colonizzazione e diaspora.
Per Alice Zeniter la nazionalità è un oggetto magmatico e incandescente, dai colori continuamente cangianti.
Scrittrice attenta, dalla prosa formidabile, alterna il registro fiabesco a quello realistico, evocando mondi perduti con suggestione ma anche in maniera tagliente, a tratti brutale. Con accuratezza storica ridona dignità a un popolo bistrattato, conquistando con la sua sensibilità e capacità di entrare nell’intimo dell’animo umano.
Ha scritto varie opere teatrali di successo.
Nel 2018, Zeniter ha creato, con l’attrice Chloé Chevalier, un reading intitolato Tessons de femmes in cui, mettendo insieme vari testi, mettono in discussione il posto delle donne e del pensiero femminista nella letteratura. Nello stesso anno ha ricevuto il Grand Prix Béatrix de Toulouse-Lautrec dall’Académie des Jeux Floraux.
È stata la protagonista di un podcast in cui affronta temi come il razzismo, il suo rapporto con il corpo femminile e la scrittura.
Il suo primo monologo, nel 2020 è stato alla Comédie de Valence, testo pubblicato l’anno successivo sotto forma di piccolo saggio dal titolo Je suis une fille sans histoire seguito da Toute une moitié du monde.
Nel 2021 è diventata titolare della cattedra di scrittrice residente presso l’Institut d’études politiques de Paris.
Ha diretto, insieme al suo ex compagno Benoît Volnais, il lungometraggio, Avant l’effondrement, incentrato sulle questioni politiche ed esistenziali generate dalla crisi ecologica.
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