Alina Marazzi, regista e produttrice, pone al centro della sua ricerca la soggettività femminile e il lavoro sulle immagini della memoria.
Nata a Milano, il 5 novembre 1964, è figlia di Antonio Marazzi e di Liseli Hoepli che, afflitta da una grave depressione, si è suicidata quando lei aveva sette anni. Ha studiato cinema a Londra negli anni ottanta.
Alternando la regia di documentari per la televisione, il lavoro di aiuto regista per il cinema, ha collaborato con realtà artistiche come Studio Azzurro e Fabrica. In ambito socio culturale, ha diretto laboratori audiovisivi in carcere.
Ha ricevuto l’attenzione della critica e del pubblico internazionale nel 2002 con Un’ora sola ti vorrei, il suo primo film-documentario d’autore, fondativo della sua poetica, realizzato interamente con filmati di famiglia. L’opera, che traccia che un ritratto della madre persa prematuramente, ha ottenuto la menzione speciale della giuria al Festival del cinema di Locarno e il premio per il miglior documentario al Torino film festival.
La sua indagine sul femminile è proseguita con Per sempre del 2005, documentario sulla clausura che ha vinto il Bellaria Film Festival e con Vogliamo anche le rose, del 2007 che mostra quindici anni di lotte per l’emancipazione sociale della donna, intrecciando il piano privato con la storia collettiva attraverso l’uso di filmati di repertorio e frammenti di diari. Il film è stato candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento per il miglior documentario.
Tutto parla di te, sul tema del lato oscuro della maternità le è valso il premio Tao Due Camera d’Oro come miglior regista emergente al Festival di Roma 2012. Un film di finzione interpretato da Charlotte Rampling e Elena Radonicich, che intreccia linguaggi artistici come danza, animazione e fotografia d’autore, con filmati d’archivio.
Nel 2014 ha realizzato Confini, cortometraggio con filmati d’archivio dell’Istituto Luce sulla Grande guerra e versi poetici di Mariangela Gualtieri, inserito nel film collettivo 9×10 novanta che ha ricevuto la menzione speciale ai Nastri d’Argento.
Ha anche curato la drammaturgia video multicanale di due opere liriche contemporanee di Mauro Montalbetti: Il sogno di una cosa e Hayè, le parole la notte.
Dopo Anna Piaggi, una visionaria nella moda, ha realizzato tre brevi ritratti di donne milanesi per Gucci su commissione della rivista Vanity Fair.
To cut is to think, cortometraggio sull’artista Lucia Marcucci, ha aperto lo streaming live della sfilata Dior collezione primavera-estate 20/21.
I suoi film hanno ricevuto premi e riconoscimenti a festival internazionali, sono stati trasmessi in tv in Italia e all’estero, distribuiti in sala, e proiettati in musei e gallerie d’arte in tutto il paese.
È nel Cda della Fondazione Cineteca di Bologna e nel Comitato Artistico Teatro dell’Arte Triennale Milano. Tiene lezioni e seminari in scuole e università in Italia e all’estero.
Ha scritto Baby Blues, pubblicato nell’antologia Tu sei lei del 2008 e Sentimento, nell’antologia Parola di Donna – Ponte alle Grazie, del 2011. E ancora introduzioni a libri, articoli per quotidiani e riviste. È l’autrice della voce “madre” nel dizionario Zingarelli 2015.
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