Apo Whang-od, ultracentenaria artista del tatuaggio filippina, è stata la prima donna a portare avanti la tradizione mistica del disegno sul corpo di Kalinga (il gruppo etnico a cui appartiene per nascita).
Custode di rituali dal valore sacro, disegna a mano sulla pelle con una spina intinta nella fuliggine, nel remoto villaggio di Buscalan, a 12 ore di viaggio da Manila.
Il tatuaggio è un segno indelebile della sua identità culturale e lei, nell’ultimo secolo, ha impresso i simboli sacri degli antenati su donne, guerrieri e cacciatori di teste.
Nominata per il National Living Treasures Award nel 2017, la Commissione nazionale per la cultura e le arti le ha conferito il prestigioso premio Dangal ng Haraya nel 2018. Recentemente, a 106 anni, è stata immortalata sulla copertina di Vogue.
Nata a Tinglayan, nelle Filippine, il 17 febbraio 1917, ha cominciato a tatuare e essere tatuata quando aveva sedici anni. Sebbene fosse un’arte tradizionalmente riservata soltanto a uomini che discendono da famiglie di tatuatori, è stato proprio suo padre a iniziarla.
Sin da giovanissima aveva l’abitudine di andare in giro per i villaggi per imprimere i simboli sacri degli antenati.
Per gli uomini, significava essere investiti dello status di guerrieri, un rituale di guerra che aveva implicazioni spirituali, mentre le donne si tatuavano per accrescere la fertilità e per motivi estetici. A quei tempi, le donne non tatuate erano considerate imperfette, indesiderabili. I loro corpi disegnati erano celebrati come distintivi di onore, ricchezza, bellezza e coraggio.
Apo Whang-od, non solo è stata la prima donna a imparare questo antico mestiere, ma lo ha, a sua volta, insegnato ad altre donne, rompendo la tradizione della storia di Kalinga.
Con l’arrivo del cattolicesimo che ha imposto altre regole, essere tatuate era divenuto motivo di vergogna e le generazioni successive non hanno portato avanti l’antica pratica.
Come mambabatok, tatuatrice tradizionale, eseguiva una serie di rituali mentre era all’opera, come praticare la divinazione intonando i canti tradizionali.
Scoperta da pochi anni, sono tante le persone da tutto il mondo, compresi personaggi famosi, che affrontano l’impervio viaggio per farsi tatuare da lei.
Per tutta la sua vita, come da tradizione, non ha mai chiesto soldi in cambio, al massimo le venivano elargiti prodotti della terra come ricompensa per un lavoro che durava anche tre giorni e ha continuato a fare la contadina.
Oggi fa tatuaggi semplici e non canta più, quella pratica era riservata alla sua gente e aveva un significato simbolico e mistico.
Usa la tecnica millenaria del batok, che è più dolorosa dei moderni tatuaggi e consiste un bastoncino di bambù con una spina di albero attaccata all’estremità in una miscela di carbone e acqua.
Il suo marchio distintivo è composto da tre punti, che rappresentano se stessa e le sue due apprendiste legate al lignaggio, le nipoti, perché i mambabatok possono tramandare il loro mestiere solo nell’ambito della loro discendenza e lei non ha avuto figli o figlie.
Apo Whang-od è oggi una rispettata anziana del villaggio, suona il flauto da naso e continua a coltivare riso e allevare animali.
La sua arte è stata conosciuta solo nel 2007, grazie all’antropologo statunitense Lars Krutak che ne ha documentato i suoi lavori.
L’episodio della serie Tattoo Hunter su Discovery Channel è stato l’inizio della riscoperta della cultura Kalinga e di Apo Whang-od per il pubblico globale.
Questa fama, seppur tardiva, le ha portato diversi riconoscimenti e partecipazioni a fiere e mostre internazionali.
La sua storia e il suo contributo all’identità e al patrimonio nazionale sono stati raccontati in diverse serie tv e documentari.
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