Aruna Asaf Ali
Aruna Asaf Ali, importante attivista politica e combattente per la libertà, ha svolto un ruolo fondamentale nel movimento “Quit India“.
È stata lei a issare il tricolore del Congresso a Bombay, durante la riunione dell’agosto 1942 in cui Gandhi chiese agli inglesi di fare i bagagli e partire.
Conosciuta come la Grande Signora dell’Indipendenza Indiana, è stata educatrice, attivista, editrice, leader comunista e icona femminista.
Pioniera dell’emancipazione femminile e del benessere sociale nell’India indipendente, è stata la prima sindaca di New Delhi.
Nata col nome di Aruna Ganguly il 16 luglio 1909 a Kalka, nel Punjab, in una famiglia di bramini, dopo la laurea aveva lavorato come insegnante a Calcutta.
Nel 1928, contraddicendo le regole sociali e il volere della sua famiglia, aveva sposato Asaf Ali, leader musulmano del partito del Congresso e svolto un ruolo importante nel movimento indipendentista.
Ha partecipato alla Marcia del Sale, la campagna di disobbedienza civile non violenta condotta da Gandhi contro la tassa sul sale imposta dal governo britannico, ed è stata più volte arrestata e messa in isolamento, era una donna pericolosa, le cui idee facevano troppi proseliti. In carcere aveva organizzato proteste e scioperi della fame contro il trattamento riservato ai prigionieri politici.
Ha presieduto la sessione del Congresso che aveva approvato la risoluzione Quit India e issato la bandiera al Gowalia Tank Maidan che ha segnato l’inizio del movimento che ha visto la polizia sparare sulla folla. Un nuovo mandato di arresto venne emesso a suo nome ma riuscì a darsi alla clandestinità. I suoi beni vennero sequestrati e venduti e il governo aveva promesso una ricompensa per la sua cattura.
Da Inquilab, la rivista mensile del Partito del Congresso che dirigeva, aveva esortato a unirsi alla rivoluzione.
Nel 1946, quando la fine del Raj britannico era già iniziata, Gandhi le chiese di uscire allo scoperto perché la sua missione era ormai compiuta, quel biglietto scritto a mano e debitamente incorniciato, è stato sempre esposto nel soggiorno di casa.
Nel 1948 aveva contribuito a fondare il Partito Socialista prima di andare a Londra e poi a Mosca insieme al compagno, il giornalista Edatata Narayanan. Rientrata in patria, nel 1954 aveva contribuito a fondare la Federazione Nazionale delle Donne Indiane nel Partito Comunista Indiano, lasciato due anni dopo in seguito al disconoscimento di Stalin da parte di Nikita Krusciov.
Nel 1958 divenne la prima sindaca di Delhi e tanto si è adoperata per il benessere sociale e lo sviluppo della città.
Ha fatto parte di una delegazione che chiedeva al governo l’indipendenza di Goa.
Insieme a Narayanan ha fondato la casa editrice Link che godeva del sostegno dell’Unione Sovietica e del blocco socialista e che pubblicava il quotidiano Patriot e il settimanale Link. Sempre coerente con i suoi ideali, ha abbandonato la sua creatura perché contraria all’avidità che stava prendendo il sopravvento sugli ideali dei suoi compagni.
Nonostante una certa disillusione nei confronti di Indira Gandhi le è rimasta vicina così come, in seguito, a Rajiv Gandhi.
Si è spenta a New Delhi il 29 luglio 1996, all’età di 87 anni.
Fonte d’ispirazione per diverse generazioni, l’indomita e coraggiosa combattente per la libertà è stata insignita di prestigiose onorificenze come il Premio Internazionale Lenin per la Pace nel 1964, il Premio Nehru per la Comprensione Internazionale nel 1991 e il Padma Vibhushan, la seconda più alta onorificenza civile indiana nel 1992. La più alta onorificenza civile, il Bharat Ratna, le è stata dedicata postuma, nel 1997.
È stata effigiata su un francobollo e diverse strade, un ospedale, un premio, istituzioni e parchi in diverse città dell’India portano il suo nome.
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