Bogaletch Gebre medica e attivista etiope, ha combattuto una vita contro la violenza domestica e le mutilazioni genitali femminili, che aveva vissuto sulla sua pelle, era stata infibulata a dodici anni.
Nel 2010, The Independent l’ha definita “la donna che ha iniziato la ribellione delle donne etiopi“.
Nata nel 1950, circa, in una famiglia di contadini, aveva imparato a leggere e scrivere di nascosto, perché ai tempi era vietato a una ragazza ricevere un’educazione formale. Ma, ribelle e determinata, era riuscita a frequentare un collegio ad Addis Abeba. Brillante studentessa, grazie a diverse borse di studio si era laureata in microbiologia e fisiologia a Gerusalemme, aveva ottenuto un master all’Università del Massachusetts e un dottorato in epidemiologia all’Università della California.
Mentre viveva negli Stati Uniti, aveva dato vita alla prima organizzazione benefica, Development through Education, che provvedeva a fornire libri e testi scolastici per studenti in Etiopia.
Tornata in patria, con sua sorella Fikirte Gebre, ha fondato la KMG Etiopia nel 1997, organizzazione nata per prevenire le mutilazioni genitali femminili e i rapimenti nuziali, che costituivano il 69% delle unioni, secondo il National Committee on Traditional Practices of Ethiopia, del 2003.
Cominciando col concentrarsi su esigenze pratiche, come riparare ponti per facilitare l’accesso ai villaggi più remoti, costruire pozzi e piantare alberi, le donne di KMG sono riuscite a farsi accettare dalle comunità locali.
Successivamente, hanno aperto consultori e centri d’ascolto dove, per la prima volta venivano assunte delle donne, favorendo l’autonomia economica e la partecipazione alla società.
Secondo uno studio UNICEF del 2008, grazie agli sforzi della KMG Etiopia, il tasso di mutilazioni genitali femminili è sceso al 3 percento dal 100 percento in 10 anni.
Alcune aree dove l’associazione ha lavorato, hanno vietato il matrimonio infantile e la poligamia contrastando la violenza domestica, tanto che l’UNICEF ha raccomandato che lo stesso modello fosse replicato in altri paesi africani.
Questa instancabile attivista si è spenta il 2 novembre 2019 a Los Angeles.
Il suo coraggio, la tenacia, le sue idee e la voglia di cambiare la condizione delle donne etiopi, non possono essere dimenticati.
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