Claire Bretécher, disegnatrice satirica francese, è stata fra le prime donne a imporsi nel mondo dei fumetti e la prima a riscuotere successo a livello mediatico grazie alla serie Les Frustrés pubblicata sul Nouvel Observateur dal 1973.
La striscia conteneva sarcastiche riflessioni sulla società post-sessantottina, ansie e piccoli problemi di intellettuali agiati e radical-chic in perenne crisi di contenuti.
Una galassia di personaggi acutamente modellati, in grado di spingere a riflessioni tutt’altro che banali sull’emancipazione delle donne, sui limiti della vita coniugale e, più in generale, sulle frustrazioni di una società in cerca di ideali.
È stata una delle poche donne a lavorare per Tintin e Spirou e la prima a diventare una vera e propria protagonista della rivista Pilote.
La sua opera ha contribuito al passaggio all’età adulta dei fumetti, illustrando le tematiche sociali e politiche dei suoi tempi.
I suoi personaggi hanno anticipato temi controversi come la procreazione assistita, tanto che, nel 1976, il filosofo Roland Barthes l’ha definita sociologa dell’anno.
Nata il 17 aprile 1940 a Nantes, si era trasferita a 19 anni a Parigi spinta dalla sua passione per il disegno e la voglia di aprire i suoi orizzonti. Viveva da Bohémienne in posti occupati per dispetto alla famiglia borghese dalla quale proveniva.
Fra le poche donne in un universo maschile, ha cominciato a lavorare nel 1963 con René Goscinny l’autore dei testi di Asterix e Lucky Luke.
Nel 1972 ha contribuito a fondare L’Écho des savanes prima esperienza di autoproduzione organizzata e primo progetto editoriale rivolto a un pubblico adulto.
Autrice di epocali storie al femminile, come Agrippina, Cellulite e La vita appassionata di Teresa d’Avila, i suoi lavori hanno ispirato opere teatrali, canzoni e serie animate.
Nel 1982, con la pubblicazione Madri, ha affrontato il tema della maternità, all’epoca un argomento atipico nel fumetto.
L’anno seguente ha vinto il premio speciale Grand Prix de la ville d’Angoulême.
Le serie I frustrati e Agrippina che, in Italia, venivano pubblicate su Linus sono state poi raccolte in volume da Bompiani.
Oltre ai fumetti, Claire Bretécher dipingeva con altrettanto talento, ne sono testimonianza una serie di ritratti a colori ripresi negli album Portraits del 1983 e Moments de lassitude del 1999.
Nel 2015 il Beaubourg le ha dedicato una mostra.
Si è spenta a Parigi il 10 febbraio 2020.
L’asteroide 236463 porta il suo nome.
Quando comincio un albo nuovo credo di essere un genio, dopo venti pagine mi sento una merda.
https://www.unadonnalgiorno.it/claire-bretecher-una-delle-prime-fumettiste/