Il materasso rappresenta un luogo privato dove avviene gran parte della vita intima. Ho portato il peso della mia vita in primo piano perché la gente realizzasse cosa ho provato.
Emma Sulkowicz è la studentessa della Columbia University rimbalzata all’attenzione mondiale nel 2015 quando, in risposta alla noncuranza dell’ateneo e istituzioni sulla violenza che aveva subito, si è trascinata appresso il suo materasso come atto di protesta, per tutto l’anno accademico.
Questa azione dimostrativa, che è stata anche il tema della sua tesi di laurea, dal titolo Mattress Performance (Carry That Weight) ha attirato l’attenzione del grande pubblico sulla violenza sessuale nei campus e sull’impatto della cultura dello stupro.
Nata a New York il 3 ottobre 1992, studiava arte alla Columbia quando, il 27 agosto 2012, il primo giorno del suo secondo anno, è stata violentata da Paul Nungesser, un altro studente. All’inizio non aveva denunciato per vergogna, ma quando ha saputo che altre studentesse avevano avuto la stessa esperienza, ha reso pubblica l’aggressione prima all’università e poi alla polizia che hanno liquidato il caso come non perseguibile.
Profondamente delusa, ha deciso di esorcizzare il suo dolore attraverso un’azione performativa volta a scuotere l’opinione pubblica e a sostenere il disegno di legge sulle aggressioni sessuali nei campus proposto dalla senatrice Kirsten Gillibrand.
Nel 2014, durante l’ultimo anno accademico, ha realizzato un’opera d’arte di resistenza durata nove mesi che ha reso tangibile il peso di sopportare un trauma così doloroso.
Ha portato con sé un materasso del dormitorio ovunque andasse, a volte aiutata spontaneamente da altre ragazze. La performance è diventata un caso internazionale e ha contribuito a formare un movimento di protesta, oltre 150 università hanno partecipato a una Giornata d’azione organizzando manifestazioni in cui trasportavano materassi.
La mostra finale della tesi, nel maggio 2015, includeva le raffigurazioni di un uomo nudo e una coppia che faceva sesso, comparse a chiosa di un articolo del New York Times. L’opera, dal titolo Newspaper Bodies (Look, Mom, I’m on the Front Page!) ha fatto parte della mostra collettiva 7 women 7 sins al Kunstraum di Brooklyn e al Southampton Arts Center di New York.
La Mattress Girl, diventata un simbolo delle vittime di violenza, ha tenuto discorsi al National Museum of Women in the Arts di Washington, al Brooklyn Museum, all’International Center of Photography Museum, al New York Creative Time Summit e alla United States Student Association.
Il suo attivismo nell’arte è continuato con lavori e installazioni come Ceci N’est Pas Un Viol opera d’arte partecipativa attraverso la rete, Self-Portrait (Performance With Object) che è stata la sua prima personale in una galleria a Los Angeles e The Healing Touch Integral Wellness Center, presentata in anteprima al Philadelphia Contemporary Museum. È stata anche artista residente al Whitney Museum Independent Study Program.
Il 30 gennaio 2018 una sua performance ha di nuovo scosso l’opinione pubblica. Si è fatta fotografare in lingerie davanti alle opere di Chuck Close esposte al MoMA, al Metropolitan Museum e in una stazione della metropolitanae di fronte a Les Demoiselles d’Avignon di Picasso in risposta a un altro articolo del New York Times in cui rappresentanti del mondo dell’arte, rispondendo alle accuse di molestie sessuali contro Close, discutevano sul futuro dell’arte creata da individui accusati di comportamento improprio.
Nello stesso anno la galleria The Invisible Dog di Brooklyn ha ospitato una sua opera intitolata The Floating World che consiste in una serie di sfere di vetro che simboleggiano il trauma, sospese da corde, contenenti artefatti galleggianti. La relazione tra le corde e le sfere è la metafora dell’amore e del sostegno che la giovane aveva ricevuto dai propri cari e dalla comunità.
Emma Sulkowicz ha scosso gli animi trasformando in arte il suo dolore attraverso gesti pubblici di grande impatto comunicativo.
Nel 2019 ha stravolto la sua vita, ha abbandonato l’arte e si è specializzata in medicina tradizionale cinese facendola diventare il suo lavoro.
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