George Sand
La prima donna a vivere del suo lavoro di scrittrice, anche se con uno pseudonimo maschile
George Sand figura ribelle e anticonformista dalla vita avventurosa e lo spirito indomito, è passata alla storia per essere stata la prima donna ad aver vissuto della sua scrittura, sebbene avesse adottato uno pseudonimo maschile per potersi affermare in un ambiente che non riservava spazio per le donne.
Tra le autrici più prolifiche e innovative del XIX secolo, fra il 1830 e il 1876, ha scritto 143 fra romanzi e racconti, 49 scritti vari e 24 commedie. Le sue posizioni politiche e i temi sociali affrontati nei suoi articoli e romanzi sono stati spesso contrastati dai poteri di turno.
La sua opposizione alla politica temporalista e illiberale del papato, nel 1863 le era costata la messa all’indice dei suoi scritti.
Il suo vero nome era Amantine Aurore Lucile Dupin, nata a Parigi il 1° luglio 1804, da Maurice Dupin, aiutante di campo di Murat, e dalla popolana Antoinette-Sophie-Victoire Delaborde. Dopo la morte prematura del padre, venne affidata alla nonna che viveva nella tenuta di famiglia a Nohant, lì aveva ricevuto un’educazione formale e appreso la musica, la danza e il disegno, ma ciò che prediligeva era correre a cavallo e andare a caccia vestita da uomo.
Alla morte della nonna, pur avendo ereditato i suoi possedimenti, era tornata a vivere a Parigi con la madre che, nel 1822, l’aveva data in sposa al barone Casimir Dudevant, uomo che non amava e dalla cui unione nacquero Maurice e Solange. Dopo innumerevoli tradimenti, la coppia si separò nel 1831.
Tornata a Parigi ebbe una relazione col giovane giornalista Jules Sandeau, entrambi collaborarono al giornale Le Figaro e scrissero insieme i suoi primi romanzi, Le Commissionaire e Rose et Blanche, pubblicati sotto lo pseudonimo di Jules Sand.
Nel successivo romanzo, Indiana, che ha scritto da sola, ha adottato per la prima volta lo pseudonimo di George Sand, diventato il suo nome anche nella vita.
Altre scrittrici avevano utilizzato uno pseudonimo maschile per poter pubblicare e attrarre il pubblico che ancora considerava le donne come artiste di minore qualità, ma nessuna prima di lei ebbe tanto successo. Amava vestirsi da uomo, nonostante ci fosse un’ordinanza ancora in vigore che lo proibisse, fumava il sigaro in pubblico e frequentava luoghi interdetti alle donne. Travestirsi era per lei un modo di manifestare la sua volontà di indipendenza da ogni pregiudizio e il rifiuto del conformismo in nome della libertà dello spirito.
Nel 1832 uscì Lélia, che divenne il romanzo dello scandalo in quanto parla di una donna che si dichiara apertamente inappagata dai suoi amanti.
George Sand ha vissuto intensamente e liberamente diverse tumultuose relazioni tra cui si ricordano quelle con Prospere Mérimée e Alfred de Musset con cui era andata a vivere a Venezia, per poi iniziare una liason con il medico veneziano che lo aveva in cura. Ebbe un’avventura amorosa anche con l’avvocato che aveva curato il suo divorzio.
Nel 1835, conobbe il filosofo Pierre Leroux, con cui aveva fondato La Revue indépendante che aveva pubblicato a puntate i suoi romanzi Horace, Consuelo e La Contessa di Rudolstadt. Convertitasi al socialismo umanitario, vissero, per un breve periodo, in una comunità utopica.
Ebbe anche un’intensa passione per Fryderyk Chopin, con cui, insieme ai figli si era trasferita prima a Palma de Maiorca, poi a Marsiglia, infine a Nohant. Quando si lasciarono bruciò tutte le sue lettere.
George Sand ha scritto in maniera compulsiva e contribuito alla fondazione di numerose riviste, ebbe anche una fitta corrispondenza con Giuseppe Mazzini, suo estimatore, che nel 1839 aveva scritto un articolo prendendo le sue difese come scrittrice e come donna.
Ha collaborato, dietro le quinte, dal momento che le donne non erano eleggibili, al Governo Provvisorio del 1848, per cui ha redatto Bollettino della Repubblica.
Più interessata all’indipendenza economica delle donne che al diritto al voto, considerando i tempi ancora non maturi, ha appoggiato, invece, con forza, i tentativi di unificare le diverse correnti del movimento operaio. Sull’argomento ha scritto Le Compagnon du tour de France e incoraggiando i tentativi artistici dei “poeti operai” ha dedicato loro i Dialogues familiers sur la poésie des prolétaires e tratto ispirazione per alcuni personaggi dei romanzi La mare au diable e di Les maîtres sonneurs in cui sottolinea e contrappone l’ozio e l’immoralità dei grandi proprietari alla dignitosa laboriosità dei modesti artigiani.
Dopo il fallimento dell’Assemblea nazionale e il massacro di tante persone insorte, in netto contrasto con le decisioni conservatrici, decise di ritirarsi nella sua casa di campagna a scrivere i suoi libri. Senza avere più la possibilità di scrivere sulle sue riviste, si era comunque spesa, con Napoleone III per ottenere la riduzione di pena di alcuni detenuti politici.
Contrastata per le sue idee anticlericali e le sue prese di posizione rispetto a diversi argomenti, di cui non ha mancato di far sentire la sua opinione, aveva scelto la vita bucolica e l’impegno di scrittrice a quello politico.
Si è spenta a Nohant l’8 giugno 1876, dopo una lunga agonia.
Animo ardente, sempre in cerca di nuove passioni, nessuno come lei ha scatenato la veemenza dei suoi illustri detrattori contro il suo stile di vita, anticonformista e libertino.
La sua vasta produzione letteraria, considerata per molti coetanei di scarso pregio, è stata rivalutata, negli anni, da scrittori e scrittrici come Fëdor Dostoevskij, Walt Whitman, Marcel Proust, Isabel Allende, Antonia Susan Byatt, Tom Stoppard e altre e altri, che l’hanno citata nelle proprie opere. Ha anche ispirato musiche, canzoni e opere teatrali e cinematografiche.
Questa donna che ha vissuto sempre come sentiva di fare, che ha adottato un’identità maschile per potersi affermare libera in un mondo che avrebbe voluto regalarla in un salotto, che ha amato, ha contestato, è stata protagonista di importanti accadimenti storici, resta un modello di riferimento per tante generazioni che le sono succedute.
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