Se non ti piacciono gli esseri umani, sicuramente non puoi realizzare dei buoni ritratti.
Gisèle Freund è stata una delle più grandi fotografe del Novecento.
Pioniera del fotogiornalismo, ha registrato le vicende umane e politiche del suo tempo, con la sua inseparabile compagna, una Leica regalatale dal padre.
Le sue immagini spiegano il mondo come un’estetica del dolore che esprime delle verità senza dare ricette.
Spirito indipendente, sempre coerente con le sue idee, è stata una fotografa coraggiosa e anticonformista che si è mossa con destrezza tra ritratti e reportage.
Il suo approccio sociologico alla fotografia è stato militanza e impegno civile.
Ha partecipato alla lotta contro il nazionalsocialismo e documentato le manifestazioni studentesche e operaie contro la politica del regime nazista.
Nata a Berlino il 19 dicembre 1908, in una ricca famiglia di origini ebree, era cresciuta in un ambiente intellettualmente molto stimolante. Suo padre, appassionato collezionista d’arte, le aveva trasmesso l’amore per la bellezza e le aveva regalato la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni. La famosa Leica, con cui ha girato il mondo, era arrivata in dono, sempre dal genitore, dopo il diploma, nel 1929.
Il socialismo e la militanza, abbracciata sin da giovanissima, hanno condizionato il suo sguardo e il modo di ritrarre la realtà.
Ha studiato sociologia all’Università di Friburgo e poi all’Istituto per gli Studi Sociali di Francoforte, dove si è formata l’intera generazione di intellettuali e filosofi della dissidenza che ha preso il nome di Scuola di Francoforte.
Ha ritratto l’ascesa del Terzo Reich, la Berlino in piena crisi economica, la disperazione, la fame e le ingiustizie. Quand Hilter è salito al potere, nel 1933, è scappata a Parigi col suo amico, il filosofo Walter Benjamin, portando con sé i negativi dei suoi scatti legati al corpo.
Nella capitale francese ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi che è uno studio sociologico sulla fotografia in Francia nel XIX secolo. La prima di questo genere che ha affrontato il valore e l’importanza della fotografia come forza sociale e democratica.
Sono passati alla storia i suoi ritratti a personaggi come Jean Cocteau, Colette, Simone de Beauvoir, Marcel Duchamp, T.S. Eliot, André Gide, James Joyce e Virginia Woolf.
È diventata famosa per il suo reportage Northern England, pubblicato sulla rivista LIFE, che mostrava la povertà nell’Inghilterra negli anni successivi alla Grande Depressione. Il servizio, realizzato a colori, era cosa inedita per un magazine dell’epoca.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si è trasferita a Buenos Aires dove ha conosciuto e fotografato personalità come Jorge Luis Borges e Pablo Neruda e realizzato meravigliosi paesaggi della Patagonia e della Terra del Fuoco.
A seguito dello scandalo suscitato dalla pubblicazione, nel 1950, sulla copertina di Life di Evita Perón ingioiellata, che aveva creato una sorta di incidente diplomatico tra Argentina e Stati Uniti, se ne è andata in Messico dove ha conosciuto e ritratto Diego Rivera, Frida Kahlo e diversi esponenti del mondo culturale.
Nel 1953 è ritornata a Parigi e, l’anno seguente, è stata costretta a lasciare la Magnum Photos, con la quale lavorava, dal 1947, come collaboratrice per l’America Latina, perché negli Stati Uniti era considerata persona non gradita a causa delle sue opinioni vicine al socialismo e l’FBI l’aveva inserita in una lista nera.
Nel corso della sua vita ha lavorato per molte riviste tra cui Life e Time, Du, The Sunday Times e il Paris Match.
Nel 1968 il Musée d’Art Moderne di Parigi le ha dedicato una mostra antologica.
Tra i numerosi libri pubblicati si ricordano James Joyce in Paris: His Final years, Photographie et société e le autobiografie Le Monde et ma Caméra e Mémoires de l’œil.
Nel 1977 è diventata presidente della Federazione francese dei fotografi creativi.
È stata insignita delle nomine di Officier of Arts et Lettres nel 1982 e Chevalier de la Légion d’Honneur nel 1983.
Nel 1989 ha ricevuto il dottorato honoris causa dal Museo Nazionale della Fotografia presso la Bradford University.
Nel 1991 è stata la prima fotografa a ricevere una retrospettiva al Centro Georges Pompidou di Parigi.
È morta il 31 marzo del 2000 a Parigi.
Ha analizzato la società in ogni aspetto, col suo sguardo, attento e profondo, lasciandoci immagini che hanno fatto la storia.
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