Helena Bonham Carter è una delle attrici più trasformiste e anticonformiste del cinema contemporaneo.
Talentuosa, affascinante, versatile, è stata candidata due volte al Premio Oscar e nove ai Golden Globe, ha vinto un Premio BAFTA e recitato in diversi film di grande successo, interpretando i personaggi più insoliti, dark, crudeli e fuori dai canoni.
Nel 2009 è stata inserita dalla rivista Times tra le più grandi attrici britanniche.
La sua bellezza d’altri tempi, l’incarnato pallido e i lineamenti aristocratici, vengono accentuati dal suo stile gotico e post-bohémien, sulla scena come nella vita di ogni giorno.
Nata il 26 maggio 1966 a Golders Green in Inghilterra, da Raymond Bonham Carter, banchiere e figlio del politico liberale Maurice Bonham Carter e da Elena Propper de Callèjon, psicoterapeuta figlia di Eduardo Propper de Callejón, riconosciuto Giusto tra le Nazioni, perché ha aiutato migliaia di persone ebree a scappare dalla Francia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sin da giovanissima ha dovuto fare i conti prima la depressione della madre e poi la malattia del padre, rimasto paralizzato dopo un intervento al cervello.
Con i primi soldi vinti a un concorso di poesia, si era fatta un book fotografico decisa a diventare un’attrice.
La sua carriera è iniziata nel 1986 con il ruolo di Lady Jane nell’omonimo film di Trevor Nunn. Il successo è arrivato con Camera con vista di James Ivory dove ha recitato al fianco di Maggie Smith e Judi Dench.
È stata nel cast di Amleto con Mel Gibson e Glenn Close nel 1990 e ha partecipato ad alcuni adattamenti dei romanzi di Edward Morgan Foster, come Dove gli angeli non osano mettere piede nel 1991 e Casa Howard nel 1992.
A metà anni Novanta sono arrivate le grandi produzioni hollywoodiane come il Frankenstein di Mary Shelly diretto da Kenneth Branagh al fianco di Robert De Niro nel 1994. Sono seguiti La dea dell’amore di Woody Allen nel 1995, La dodicesima notte di Trevor Nunn nel 1996 e Le ali dell’amore di Iain Softley nel 1997, per il quale ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar.
Una delle sue più belle interpretazioni è stata quella di Marla Singer in Fight Club, manifesto culturale che ha segnato un’epoca promuovendo una profonda critica sociale su conformismo e consumismo.
Nel 2001, sul set di Il pianeta delle scimmie ha conosciuto Tim Burton con cui è nata una fortunata collaborazione artistica e un forte legame sentimentale, sfociato nel matrimonio.
L’intenso sodalizio è continuato con Big Fish, La fabbrica di cioccolato e La sposa cadavere, film d’animazione in cui ha prestato la voce alla protagonista. Sempre con Johnny Depp ha girato anche Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, dove ha impersonato l’allucinata Mrs. Lovett, che cucina manicaretti a base di carne umana (parte che desiderava sin da quando aveva undici anni), Alice in Wonderland, nelle vesti grottesche della sanguinaria Regina Rossa e la commedia gotica Dark Shadows.
Il suo volto pallido e inquieto, assieme a quello del celebre collega statunitense, è stato imprescindibile per la filmografia burtoniana dei primi anni duemila.
In quattro episodi della saga di Harry Potter ha impersonato la malvagia fattuchiera Bellatrix Lestrange, seguace di Lord Voldemort.
Il discorso del re, del 2011, le è valso il premio BAFTA alla migliore attrice non protagonista, uno Screen Actors Guild Awards e un’altra nomination agli Oscar.
Nello stesso anno è stata nominata Commendatrice dell’Ordine dell’Impero Britannico per i servizi resi all’arte drammatica.
Due anni dopo, sempre al fianco di Johnny Depp ha preso parte al film The Lone Ranger. Nel 2015 ha interpretato la Fata Madrina in Cenerentola, di Kenneth Branagh e partecipato a Suffragette, al fianco di Meryl Streep e Carey Mulligan.
Sempre interpretando la Regina Rossa ha girato Alice attraverso lo specchio e fatto parte del cast di Ocean’s 8. Nella serie tv The Crown è stata la poco convenzionale principessa Margaret.
È stata Eudoria Holmes, la madre della protagonista, nei due film Netflix Enola Holmese i suoi ultimi impegnati sono stati One Life con Anthony Hopkins nel 2023 e Four Letters of Love con Pierce Brosnan e Gabriel Byrne, nel 2024.
Appassionata di vestiti d’epoca contaminati dal gusto contemporaneo, nel 2006, insieme alla stilista Samantha Sage, ha lanciato la linea di moda The Pantaloonies la cui prima collezione intitolata Bloomin’ Bloomers, era composta da camicie e pantaloni in stile vittoriano.
Nel 2022 è stata la prima donna a ricevere la carica di presidente della London Library, scelta «per la sua creatività e i suoi legami con la letteratura e le storie, per il suo alto profilo e per il suo potenziale di promozione presso un nuovo pubblico, oltre che per saper apprezzare l’importanza degli scrittori per la professione di attrice».
Penso che tutto nella vita sia arte. Ciò che fai. Come ti vesti. Il modo in cui ami qualcuno e come parli. Il tuo sorriso e la tua personalità. Cosa credi e tutti i tuoi sogni. Il modo in cui bevi il tuo tè. Come decori la tua casa. O fai festa. La tua lista della spesa. Il cibo che prepari. Come appare la tua scrittura. E il modo in cui ti senti.
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