Licypriya Kangujam è la più giovane attivista al mondo, a dodici anni ha già incontrato i grandi della terra e partecipato a innumerevoli conferenze sul clima, in tutto il pianeta.
Dal 2018 conduce una campagna per il clima in India con lo scopo di far approvare nuove leggi per frenare gli elevati livelli di inquinamento e rendere obbligatoria la sensibilizzazione nelle scuole.
È nata il 2 ottobre 2011 nello stato di Manipur, uno dei più poveri dell’India, in una famiglia di etnia Meitei.
Ha iniziato a far sentire la sua voce per combattere il cambiamento climatico e la riduzione del rischio di catastrofi, quando aveva soltanto sette anni.
Dopo aver partecipato, insieme a suo padre, a una conferenza delle Nazioni Unite sui disastri in Mongolia, è iniziata la sua battaglia per la salvaguardia del futuro. Ha fondato il Child Movement, organismo globale per la giustizia climatica, attivo anche contro la povertà e a sostegno dei bambini vittime di conflitti e, da allora, ha cominciato a viaggiare per portare avanti la sua lotta.
Ha partecipato al Forum dei partner dell’UNESCO 2019 a Luanda, in Angola, dove ha parlato del cambiamento climatico davanti a importanti esponenti di vari paesi del mondo.
Le sue non sono solo parole, ma anche e soprattutto fatti, dalla raccolta della plastica sulle rive del Gange, uno dei fiumi più inquinati al mondo, a quella della rimozione della spazzatura che circondava il Taj Mahal, diventata virale sui social. Alla base della sua battaglia c’è la volontà di far conoscere a un pubblico sempre più vasto il messaggio che vuole trasmettere e sensibilizzare le nuovissime generazioni sulla questione climatica.
Non sono certo mancate polemiche e minacce, l’India è uno dei paesi più inquinati al mondo, e il negazionismo sul cambiamento climatico è molto diffuso.
La voce di questa giovane dissidente, più che un invito sembra un grido d’aiuto. Ha preso l’abitudine di girare con una sua invenzione, collaudata con l’aiuto di un professore dell’Istituto Indiano per la Tecnologia, che chiama Sufuki, ovvero survival kit for the future (kit di sopravvivenza per il futuro). Un cubo di plexiglass trasparente con dentro una piantina in un vaso: un oggetto simbolico che ci ricorda la fragilità della nostra vita, che dipende dall’ambiente in cui viviamo, ma anche la necessità di agire immediatamente.
Alla COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Cile, ha presentato un memorandum “a nome dell’infanzia del mondo“.
Nel 2020 ha pubblicato una lettera ai partecipanti al World Economic Forum con Greta Thunberg, Luisa Neubauer, Isabelle Axelsson e Loukina Tille, invitando aziende, banche e governi a cessare di sovvenzionare i combustibili fossili. Nello stesso anno è stata la stella nascente dell’Earth Day Network di Washington nel 2020.
Ha condotto una campagna per rendere obbligatorie nelle scuole le lezioni sul cambiamento climatico, proposta accolta dal governo del Gujarat che ha incluso il tema nell’istruzione scolastica.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti, nonostante la sua giovanissima età.
A soli nove anni era già intervenuta a sei TEDx ricevendo ovazioni e plausi generali.
Con parole semplici e dirette, la giovane Licypriya Kangujam, spiega qual è il suo sogno e invita ogni persona a fare semplici gesti: lasciare a casa le auto e prendere le bici, rimpiazzare le centrali a carbone e termiche con energia rinnovabile e fare in modo che tutti i bambini e bambine del mondo abbiano aria buona da respirare, acqua sana da bere, un pianeta pulito sul quale vivere, convinta che da piccoli gesti nascono grandi cambiamenti.
“Possiamo cambiare noi stessi, e così cambiamo la nostra famiglia, che cambia il quartiere, che cambia la comunità, che cambia la nazione, e questo cambia il mondo” ha dichiarato in uno dei suoi tanti interventi in giro per il mondo.
La foto che la raffigura con un cartello con su scritto a mano ‘Abbandonate i combustibili fossili. Salvate il pianeta e il nostro futuro’ ha fatto il giro del mondo ed è stata l’emblema della Conferenza Onu sull’ambiente, Cop28, tenutasi a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. La sua entrata ha interrotto la “sessione di alto livello” dei negoziatori. Quando la polizia l’ha accompagnata fuori, è scoppiato un applauso fragoroso. Poco dopo, però, la presidenza del vertice ha presentato una bozza del principale documento conclusivo che va in senso opposto rispetto alle attese dei tanti e tante giovani giunti per chiedere ai leader un’autentica transizione energetica.
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