Nella settimana di Sanremo condividere la storia di Loredana Bertè è d'obbligo. Il testo che ha proposto 'Pazza' è un inno a perdonarsi, amarsi e rinascere, oltre giudizi e convenzioni sociali. Sono cinquant'anni che la cantante più anticonformista e dissacrante del rock italiano continua ad affascinare con la sua musica, la voce graffiante e intensa e le sue bellissime gambe, ancora ostentate senza remore. Una vita costellata di cadute e risalite, baratri, depressione e rinascite gloriose. Una donna coraggiosa che continua a ruggire, fiera e straziante.
Loredana Bertè è la regina del rock italiano.
Ha venduto oltre quindici milioni di dischi e partecipato dodici volte al Festival di Sanremo.
Il suo nome completo è Loredana Carmela Rosaria Bertè. Figlia di insegnanti, è nata a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) il 20 settembre 1950, terza di quattro figlie, è nata nello stesso giorno di sua sorella Domenica, in arte Mia Martini, più grande di lei di tre anni. Ha trascorso l’infanzia tra Porto Recanati e Ancona. Il padre è stato la principale causa di una giovinezza difficile: un uomo violento e prevaricante che ha segnato profondamente gli anni della formazione delle figlie.
Quando i genitori si separarono, si trasferirono con la madre a Roma dove Loredana ha frequentato l’Istituto d’Arte e cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Era nel corpo di ballo del leggendario Piper Club quando ha incontrato Renato Zero con cui creerà un trio indissolubile insieme a sua sorella Mimì.
È stato il successo della canzone Sei bellissima, nel 1976, a consacrare la sua carriera musicale, seguito poi da Dedicato, due anni dopo, scritto da Ivano Fossati, autore di molti altri suoi brani di successo. Il fortunato viaggio in Jamaica le ha fatto incontrare la musica reggae e dato vita al famoso E la luna bussò, il primo pezzo reggae mai pubblicato in Italia.
Nel 1980 ha passato un anno a New York, dove ha conosciuto Andy Warhol e frequentato la sua Factory che ha realizzato per lei il video Movie, unico videoclip a cui il maestro della Pop Art abbia mai lavorato.
Nel 1982 ha vinto il Festivalbar con Non sono una signora, si è presentata sul palco vestita da sposa. Successivamente, al Festival di Sanremo ’86 ha indossato un abito con un pancione finto per cantare la canzone Re. Questo look, venticinque anni dopo, sarà imitato da Lady Gaga.
Il suo più grande amore è stato Bjorn Borg, famoso tennista svedese, poi ambasciatore della monarchia, con cui ha avuto una relazione burrascosa e un breve matrimonio. A lui, Loredana Bertè ha dedicato la canzone Mi manchi.
Nel 1991 venne ricoverata per un tentativo di suicidio. Quella triste occasione le aveva fatto riallacciare i rapporti con sua sorella Mia Martini, che non vedeva da oltre 10 anni.
La morte dell’amata sorella, nel 1995, ha minato fortemente il suo già precario equilibrio mentale. Negli anni è stata ricoverata diverse volte e ha dovuto fronteggiare problemi economici.
Nel nuovo millennio ha tentato varie volte di rimettersi in carreggiata, ha partecipato come concorrente e giudice a vari reality, scritto e prodotto dischi e fatto tour internazionali.
La vita di Loredana Bertè è costellata di cadute e risalite, baratri, depressione e rinascite gloriose. Una vera guerriera che ha osato tanto, una donna libera che ha fatto le collaborazioni più intense e anche le più improbabili. Una donna coraggiosa che non si arrende.
I suoi look scenografici e stravaganti hanno fatto la storia della musica italiana.
Una voce graffiante e intensa, una bellezza mediterranea che ha affascinato intere generazioni e le gambe più belle d’Italia, esibite sfrontatamente ancora oggi che ha superato i 70 anni.
Ha partecipato e organizzato diversi concerti per sensibilizzare contro la violenza sulle donne con altre musiciste.
È la nostra cantante più rock e più infelice. Una donna che non teme di mostrarsi in ogni sua sfaccettatura. Un’artista a cui non si può non voler bene nella sua ostentata e fragile umanità.
Il suo ultimo brano, presentato al Festival di Sanremo 2024, dal titolo Pazza, è un inno ad amarsi e perdonarsi, un testo autobiografico che non può non riguardare ogni donna nel proprio percorso di empowerment e identità.
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