Madonna Thunder Hawk
Matriarca delle lotte per la resistenza delle popolazioni native americane
Madonna Thunder Hawk, matriarca della resistenza indigena, da oltre 55 anni promuove e partecipa a tutte le battaglie per l’autodeterminazione delle popolazioni native e dei loro territori.
Instancabile, continua a portare avanti, sul campo e in consessi internazionali, la tutela dei diritti delle comunità indigene, per conservarne la cultura, lo sviluppo economico, la giustizia ambientale e il recupero sociale.
Fondatrice dell’American Indian Movement e co-fondatrice di Women of All Red Nations è la principale organizzatrice e referente tribale del Lakota People’s Law Project.
Ha fondato il Wasagiya Najin Grandmothers’ Group sul fiume Cheyenne per aiutare a costruire reti di parentela e sviluppato il Simply Smiles Children Village che tutela i diritti dell’infanzia. È direttrice del Red Road Institute.
È stata delegata del Consiglio Internazionale del Trattato Indiano presso la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, alla Conferenza per il Decennio delle Donne a Città del Messico e, nel 2001, alla Conferenza Mondiale contro il Razzismo a Durban, in Sudafrica.
Nel 2019 ha ricevuto una laurea honoris causa dalla Simmons University di Boston per il suo impegno durato una vita a favore della sopravvivenza culturale delle nazioni native.
Nata nel 1940 col nome di Madonna Phillips nella riserva Sioux di Yankton, si è laureata in scienze sociali. Il suo attivismo è iniziato militando nell’American Indian Movement.
È stata una delle prime sostenitrici del Red Power Movement e ha preso parte all’occupazione di Alcatraz dal 1969 al 1971 per persuadere il governo federale a porre fine alla sua strategia di eliminazione delle popolazioni native e adottare una politica ufficiale di autodeterminazione indiana.
Nei primi anni Settanta ha partecipato alle due occupazioni del Monte Rushmore, nelle Black Hills, area sequestrata dal governo degli Stati Uniti, protestando contro le continue violazioni del Trattato di Fort Laramie del 1868.
Ha fondato la We Will Remember Survival School per giovani i cui genitori erano stati accusati di reati federali o che avevano abbandonato il sistema scolastico.
Nel 1974 ha contribuito a fondare Women of All Red Nations come risposta alle altre organizzazioni a predominanza maschile, attiva contro gli abusi durante le sterilizzazioni, i diritti dell’infanzia e delle famiglie e per contrastare le minacce alle basi territoriali indigene.
È stata co-fondatrice e portavoce della Black Hills Alliance che ha contrastato l’estrazione di uranio sulla terra sacra dei Lakota. Ha dimostrato l’esistenza di livelli pericolosamente elevati di radiazioni nelle riserve idriche delle sacre Black Hills, ottenendo l’implementazione di un nuovo sistema idrico.
Nel 2004 si è unita al Romero Institute per formare il Lakota People’s Law Project con l’obiettivo di incoraggiare un’applicazione federale più vigile e una riforma dell’Indian Child Welfare Act per consentire a più bambini e bambine Lakota di continuare a vivere con le loro famiglie o, almeno, nelle loro terre ancestrali nella riserva.
Si è unita al movimento contro l’oleodotto Dakota Access rappresentando una presenza ispiratrice di resistenza nel Dakota del Nord.
Continua a onorare le matriarche del Red Power Movement attraverso il Warrior Woman Project, una collaborazione di narratrici e archiviste che “portano alla luce l’impatto radicale delle donne indigene” nel corso della storia.
Madonna Thunder Hawk è una grande guerriera a cui sono stati dedicati diversi documentari e che ha ispirato la resistenza di diverse generazioni di donne e uomini.
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