Maram al-Masri
I suoi versi sono atti civili di resistenza al regime. La sua poesia travalica i continenti e diventa inno di giustizia e di libertà
La Siria per me è una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro, violata, imprigionata, costretta a sposarsi. La Siria per me è l’umanità afflitta, è una bella donna che canta l’inno della Libertà, ma le tagliano la gola. È l’arcobaleno del popolo che si staglierà dopo i fulmini e le tempeste.
Maram al-Masri è una grande protagonista della scena poetica internazionale.
Ospitata e premiata in festival in giro per il mondo, è autrice di numerose raccolte di poesie e compare in diverse antologie. Ha pubblicato racconti su riviste letterarie arabe ed europee ed è di ispirazione per le giovani generazioni di poete arabe.
Inneggia alla bellezza che si trova nelle piccole cose e che sopravvive al di là degli orrori, della guerra e della violenza. Un grande canto d’amore disperato per un’umanità dolente che solo la voce della poesia può far vivere.
Nata il 2 agosto 1962 a Lattakia, in Siria, ha studiato a Damasco e poi in Inghilterra.
Oppositrice del regime di Assad, nel 1982, a soli vent’anni, è stata costretta a fuggire a Parigi col marito. L’uomo è poi rientrato in patria portandosi via il loro figlio che lei ha potuto riabbracciare solo dopo tredici anni.
Ha esordito nel 1984 con Ti minaccio con una colomba bianca pubblicato dalla casa editrice del Ministero dell’Educazione siriana.
Nel 1997 è uscita la raccolta di poesie Ciliegia rossa su piastrelle bianche, salutata con entusiasmo dalla critica dei paesi arabi e tradotta in diverse lingue.
Il suo terzo libro Ti guardo, pubblicato originariamente a Beirut nel 2000, è stato tradotto in italiano nel 2009.
In Anime scalze dedica i suoi versi a tutte le donne vittime di violenza, alle profughe, alle donne sommerse. La sua scrittura diventa quasi fotografia che mostra i lividi, i sogni rapiti, le parole che non si possono dire, i sorrisi stanchi.
Arriva nuda la libertà, racconta il dramma della guerra siriana nell’era dei social media, ogni poesia è ispirata da un video di Youtube, un post su Facebook, una foto condivisa sul web. I versi sono un omaggio a coloro che hanno perso la vita sotto le bombe o a causa delle torture del regime.
Nel 2018, in Italia, ha visto la luce La donna con la valigia rossa, racconto illustrato dall’artista salernitana Ida Mainenti.
Lontana dalla sua terra, la voce di Maram al-Masri grida forte il proprio dissenso. I suoi versi sono atti civili di resistenza al regime, richiesta di rispetto dei diritti umani. La sua poesia, che travalica i continenti, è inno di giustizia e di libertà per un popolo devastato che, in cammino per le strade del mondo, cerca pace e accoglienza.
Nel 2020 è stato tradotto in italiano La lontananza un libro autobiografico.
Il suo linguaggio che risulta, a una prima lettura, ingenuo, scarno e infantile, è frutto di un’attenta ricerca dell’immagine poetica essenziale, racchiusa in poche battute fulminee.
I temi trattati hanno sempre un sapore autobiografico, la libertà della donna, i suoi desideri, la solitudine dell’emigrazione, la nostalgia.
La sua voce scuote gli animi, mette in luce argomenti silenziati e ignorati. È il canto triste e fiero di un’attivista che vede la sua patria condannata a morte, un canto che sale da corpi che si mescolano alla terra per diventare icone di questo secolo (cit. da Arriva nuda la libertà).
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