Una storia intensa quella di Mary Ann Bevan che, a causa di una malattia che le aveva deformato la faccia, fu costretta a subire beffe, discriminazione e emarginazione.
Licenziata dal suo lavoro di infermiera, nessuno voleva assumerla a causa del suo aspetto, al punto che si trovò costretta a diventare un ‘fenomeno da baraccone’ per sostenere se stessa e i suoi figli, tra umiliazioni e beffe per tutta la sua esistenza, vissuta con dignità e determinazione.
Nacque col nome di Mary Ann Webster a Plaistow, nei sobborghi di Londra, il 20 dicembre 1874, in una numerosa famiglia operaia. Nella prima parte della sua vita, pur affrontando la miseria, era comunque riuscita a studiare per diventare infermiera e lavorava in un ospedale.
Nel 1902 aveva sposato Thomas Bevan, contadino dal quale ebbe quattro figli e che morì improvvisamente nel 1914. Lei, intanto era già affetta di acromegalia, una malattia cronica rara e deformante, che provoca una sorta di distorsione dell’osso facciale e di mani e piedi.
Vedova e con i figli da crescere, quando il suo viso si ridisegnò completamente, si ritrovò senza lavoro.
Leggendo un annuncio sul giornale si candidò come ‘la donna più brutta del mondo’ e iniziò così a girare negli spettacoli della Britannia Music Hall di Glasgow dove divenne una delle più ricercate attrazioni nella Gran Bretagna negli anni dal 1915 al 1920.
La necessità e la determinazione a garantire un futuro più dignitoso alla sua prole, la portò, negli anni Venti del secolo scorso, negli Stati Uniti, dove veniva pagata molto di più per partecipare a mostre pubbliche dove la gente accorreva per beffeggiare la sua deformità.
Ha lavorato nel baraccone Dreamland ed è apparsa anche con il circo Ringling e Barnum col nome d’arte di Rosie Wilmot.
La prima persona che si era interessata a lei in quanto essere umano con una patologia era stato il neurochirurgo Harvey Cushing che la volle come paziente. Aveva anche scritto una lettera al Time per protestare contro l’abitudine di utilizzare la deformità fisica per puro divertimento.
Interessato a fare degli studi più approfonditi sulla malattia, si offrì di operarla, ma lei rifiutò, temendo di perdere l’unico lavoro che riteneva possibile svolgere per mandare avanti la famiglia.
Ha continuato a esibirsi fino a quando è morta, a Coney Island il 26 dicembre 1933, aveva 59 anni. Le sue spoglie, come desiderava, riposano nel cimitero di Brockley a Londra.
Non bisogna dimenticare Mary Ann Bevan, che è stata l’emblema di tante persone che soffrivano di deformità fisiche che, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, nel XIX secolo e nei primi anni del secolo successivo, furono considerate attrazioni da mostrare come uno spettacolo di divertimento popolare, soggette a umiliazioni da parte di chi si riteneva migliore e si prendeva gioco delle loro sventure.
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