Questa è la storia, ancora poco conosciuta, di una giovane donna coraggiosa che, negli anni ’70, si è messa contro la ‘ndrangheta.
Una storia da raccontare, da non lasciare nel dimenticatoio.
La storia di una ragazza semplice, normale e insieme straordinaria, che la ‘ndrangheta ha ucciso per fermarne il coraggio e la determinazione.
Una donna che non si è arresa e non si è voltata dall’altra parte. Una donna da ricordare, un grande esempio per tutte e tutti.
Io l’ho raccontata nel 2019, oggi è tornata alla ribalta perché Roberto Saviano ne ha scritto un romanzo, dal titolo L’amore mio non muore.
Si chiamava Rossella Casini era nata a Firenze il 29 maggio 1956 e studiava Pedagogia all’Università di Firenze.
Nel 1977 conosce Francesco Frisina, uno studente calabrese che va a vivere nel suo palazzo.
I due iniziano una relazione, lei non sa che la famiglia del fidanzato è affiliata alla ‘ndrina Gallico di Palmi. Lo scopre quando, nel 1979, il padre del ragazzo, Domenico Frisina, viene ucciso e lui ferito gravemente alla testa durante una spedizione punitiva.
Lei non lo lascia e decide di restargli al fianco, mentre cerca di convincerlo a collaborare con la giustizia, raccontando, essa stessa alla procura, cosa ha visto nei viaggi in Calabria.
La famiglia Frisina reagisce e convince il ragazzo a ritrattare. Lei non si rassegna e continua a fare la spola tra Firenze e la Calabria.
Il 22 febbraio 1981, telefona a suo padre dicendogli che sarebbe rientrata presto a Firenze, poi sparisce e il suo corpo non verrà mai più ritrovato.
Il processo di primo grado per il sequestro e l’omicidio di Rossella Casini è iniziato il 25 marzo 1997, sedici anni dopo la sua scomparsa. Grazie alle ricostruzioni di un pentito, si è scoperto che la ventiquattrenne venne uccisa per aver convinto il fidanzato a collaborare con la giustizia, fu lo stesso Francesco a dare il suo assenso all’eliminazione della fidanzata.
“Fate a pezzi la straniera” fu l’ordine della ‘ndrangheta.
Rossella venne rapita, stuprata, fatta a pezzi e gettata nel mare.
Il processo, che ha subito numerosi rinvii, si è concluso dopo 9 anni, con l’assoluzione degli imputati per insufficienza di prove.
Firenze le ha intitolato un giardino sul lungarno Colombo, Scandicci una scuola e Palmi, una strada.
La sua storia è stata anche narrata nello spettacolo teatrale Fate a pezzi la straniera.
https://www.unadonnalgiorno.it/fate-a-pezzi-la-straniera/