Dopo tanti anni di satira politica mi sono accorta che ero sempre più turbata dalle aspettative del pubblico, è come se mi chiedessero “dicci cosa dobbiamo fare, cosa dobbiamo pensare”. La satira non deve dare risposte, ognuno deve ragionare il più possibile in modo indipendente.
Sabina Guzzanti, importante protagonista del mondo culturale italiano sin dagli anni Novanta, è l’attrice, imitatrice, regista, scrittrice, autrice e conduttrice televisiva nota al grande pubblico per la sua satira pungente, acuta e intelligente.
Personaggio scomodo della televisione italiana, i suoi contenuti dissacranti le hanno portato, negli anni, censure, querele e processi. In più occasioni i suoi programmi sono stati cancellati dopo la messa in onda.
Nata a Roma il 25 luglio 1963, è la prima figlia di Paolo Guzzanti e Germana Antonucci e la sorella maggiore di Corrado e Caterina Guzzanti.
Dopo la maturità classica si è diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica.
Ha esordito in tv nel 1987 con il programma Proffimamente non stop su Rai 1.
La notorietà è arrivata negli anni novanta con La TV delle ragazze e altri programmi di satira presentati da Serena Dandini come Scusate l’interruzione, Tunnel e Avanzi, nei quali ha proposto memorabili imitazioni di personaggi come Moana Pozzi, Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi.
A cui hanno fatto seguito altri fortunati programmi come Pippo Chennedy Show, La Posta del Cuore e L’ottavo nano.
Nel 2003 per la trasmissione Raiot – Armi di distrazione di massa, dopo la prima puntata, è stata querelata da Mediaset per «gravissime menzogne e insinuazioni», subito sospesa dalla RAI, è stata poi chiusa perché le condizioni per continuare la messa in onda erano che bisognava consegnare la registrazione con sette giorni di anticipo per permettere i controlli legali.
Sebbene la querela fosse stata poi archiviata dalla magistratura, in quanto i fatti raccontati erano veri, da quel momento ha vissuto una sorta di ostracismo e poi di allontanamento volontario dalla televisione, dedicandosi maggiormente al cinema, al teatro e ad altri mezzi di comunicazione.
Nel 2012 è tornata in televisione con un suo programma dal titolo Un due tre stella seguito, quattro anni dopo, dal TGPorco, rubrica satirica già apparsa sul web e finanziata con un crowdfunding, anche questa chiusa dopo poche puntate.
Protagonista di diversi film, nel 2002 ha diretto il suo primo lungometraggio dal titolo Bimba – È clonata una stella.
Nel 2005 ha prodotto, scritto e diretto il film-documentario per la libertà d’informazione dal titolo Viva Zapatero!, presentato in anteprima al Festival di Venezia, accolto dal pubblico in sala con 12 minuti di applausi. Presentato anche al Tribeca Film Festival, al Sundance Film Festival e al Festival del cinema di San Sebastián, ha vinto il Nastro D’Argento come miglior documentario.
Nel 2007, sempre a Venezia, ha presentato Le ragioni dell’aragosta.
Tre anni dopo, ha scritto, prodotto e diretto Draquila – L’Italia che trema, presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes.
La trattativa, presentato al festival della laguna nel 2014 e proiettato in Parlamento, tratta la negoziazione tra lo Stato italiano e Cosa nostra avvenuta nei primi anni novanta.
Sabrina Guzzanti ha fatto sentire la sua voce in molte vicende politiche, ha sostenuto la raccolta di firme per la legge d’iniziativa popolare per garantire il pluralismo dell’informazione, è stata un’accanita oppositrice dei vari governi Berlusconi e ha polemizzato anche sul ruolo della Chiesa in Italia.
Da sempre in prima linea nel mettere sotto accusa il potere e la classe dirigente nazionale, ha sostenuto, negli anni, diversi schieramenti politici ed è riuscita a collezionare una lunga lista di nemici e nemiche, denunce e querele.
Continua a girare l’Italia coi suoi spettacoli teatrali che dissacrano i personaggi della politica e dello spettacolo, imitati con bravura e perfidia.
Ha scritto diversi libri, tra cui si ricordano Mi consenta una riflessione (anche se non è il mio ramo), Il diario di Sabna Guzz, 2119. La disfatta dei Sapiens e ANonniMus. Vecchi rivoluzionari contro giovani robot.
Può piacere o non piacere per i suoi modi esagerati, le battute pesanti, spinte fino al parossismo e all’offesa personale, per la sua satira pungente e cattiva, ma resta, comunque, una grande protagonista della scena culturale italiana e una personalità con cui, negli anni, tutte le persone che detenevano il potere, hanno dovuto fare i conti.
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