La newsletter va in vacanza. Tornerà a settembre con nuove donne da scoprire.
Grazie per le letture, i commenti, i messaggi.
Il venerdì è sempre dedicato alla musica e ho scelto di salutarvi con Suzanne Ciani, musicista e compositrice, pioniera della musica elettronica che ha sgomitato in un mondo tutto al maschile.
Prima donna a usare il sintetizzatore, è stata la prima sound designer nel mondo delle pubblicità (suo il celebre suono della bottiglietta di Coca Cola che viene aperta e versata in un bicchiere) e anche la prima a comporre una colonna sonora per Hollywood, nel 1981.
La sua è stata la prima voce femminile ascoltata in un gioco di flipper, lo Xenon, di cui ha realizzato gli effetti sonori.
Ha pubblicato oltre 20 album da solista, è stata nominata cinque volte ai Grammy Award e vinto diversi premi tra cui il Golden Globe.
Nata in Indiana il 4 giugno 1946, ha iniziato a suonare il pianoforte e solfeggiare da autodidatta a soli sei anni.
Si è laureata al Wellesley College, dove è nato il suo interesse per la tecnologia. Ha conseguito un Master in Composizione musicale presso l’Università della California, Berkeley.
In quegli anni non veniva insegnata la musica elettronica e, andando a ricercare strumentazioni negli studi di registrazione, ha avuto modo di conoscere Don Buchla, uno dei fondatori della musica elettronica, con cui ha iniziato a lavorare saldando sintetizzatori. Ha trascorso i successivi dieci anni a esplorarne le possibilità e costruendone uno con diverse parti assemblate che ha chiamato Buchla, in onore del suo maestro.
Mentre provava a lavorare come ingegnera del suono, obiettivo praticamente irraggiungibile per una donna all’inizio degli anni Settanta, si è fatta un nome come compositrice di spot pubblicitari, il primo incarico è stato per Macy’s nel 1969. Successivamente ha realizzato installazioni sonore per mostre e spettacoli di danza, registrando pezzi sperimentali nel suo studio nel garage di casa.
Il suo album di esordio è stato Voices of Packaged Souls, del 1970, in collaborazione con lo scultore Harold Paris.
Nel 1974 è andata a vivere a New York, dove, in situazioni precarie e poco retribuite, collaborava con altre band e realizzava performance artistiche. Prima di vincere una borsa di studio del National Endowment for the Arts, era ospitata a casa di amici, ha dormito anche sul pavimento dello studio di registrazione di Philip Glass.
Col suo fedele strumento ha creato gli effetti sonori per Star Wars and Other Galactic Funk, versione disco della colonna sonora di Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza, composto le colonne sonore del film sperimentale Rainbow’s Children del 1975 e i temi della Columbia Pictures e della Columbia Pictures Television del 1976.
Con la sua società Ciani/Music ha prodotto un’infinità di jingle pubblicitari per colossi come Coca Cola, American Express, General Electric e Atari.
Ha dovuto sgomitare per affermarsi come musicista in un genere considerato ad appannaggio maschile. Una donna e un synth insieme rappresentavano una strana coppia. Si è così prodotta da sola il suo primo disco, Seven Waves che in Giappone, primo paese in cui è uscito, ha raggiunto il primo posto in classifica.
Il suo secondo album, del 1986 è stato The Velocity of Love. Due anni dopo, con Neverland, ha ottenuto la prima nomination ai Grammy Award.
Ha anche inciso un disco di musica classica, dal titolo Pianissimo, che è stato il suo album più venduto.
Nel 1992 le è stato diagnosticato un cancro al seno e ha deciso di trasferirsi in California, dove si è curata e si è appieno alla sua passione per la musica elettronica, abbandonando gli impegni da sound designer. Lì ha creato la sua casa discografica, la Seventh Wave, con la quale ha pubblicato i suoi dischi.
Sulla sua vita e lavoro è stato girato il documentario A Life in Waves, del 2017.
Recentemente il suo lavoro è stato riscoperto e ha ricominciato a girare il mondo col suo Buchla, tra concerti di improvvisazione elettronica e pubblicazioni recenti e d’archivio.
Le sue esibizioni sono caratterizzate da elettricità, tridimensionalità e movimento. Tra onde trasmesse e percezioni condivise, una musicista e la sua macchina, esplicano forme d’arte ibride esplorate in una carriera lunghissima, densa di snodi, intuizioni e voli dell’anima.
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